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Il SILP CGIL di Vicenza, unitamente a Siulp, Siap-Anfp, Ugl Polizia di Stato, Coisp, Uil Polizia-Anip, ad esclusione del Sap, in rappresentanza della maggioranza dei lavoratori di polizia della provincia di Vicenza, aderisce alla protesta nazionale, che prevede il ritiro delle proprie delegazioni dalle varie commissioni, centrali e periferiche, e alla non concessione di orari in deroga, reperibilità pattizia, rispetto all’Accordo Nazionale.
Sono anni, infatti, che denunciamo il profondo stato di malessere dovuto al prolungamento di un blocco stipendiale che dura ormai da troppo tempo e che lentamente ha impoverito un’intera categoria di lavoratori, svilendo le retribuzioni e danneggiando le nostre famiglie.
Non si può non notare che all’elevato numero di problematiche rimaste irrisolte ( ad esempio la mancata riforma delle carriere), si sono aggiunte e si stanno aggiungendo nuove e delicate questioni che minano e mortificano in maniera oltremodo pesante l’attività lavorativa di tutti gli operatori.
A ciò, si aggiunge la consapevolezza di lavorare in contesti operativi sempre più difficili, con mezzi obsoleti e insicuri, in strutture prive dei requisiti della D.Legs. 81/08 che spesso minano persino la dignità degli operatori. Non si può sottacere che anni di contenimento della spesa ed il blocco del turn over, ha prodotto una compressione dell'apparato innalzando l’età media che, a Vicenza è di 47 anni, mette a rischio i livelli di efficienza dei servizi di sicurezza, il mantenimento dell’ordine pubblico ed i fenomeni emergenziali di immigrazione Il silenzio della nostra Amministrazione rispetto alle rivendicazioni della categoria è inaccettabile!
Una Amministrazione che non si preoccupa dei lavoratori della Polizia di Stato, continuando a chiedere, in maniera sfacciata, la collaborazione delle Organizzazioni Sindacali.
Il blocco degli automatismi stipendiali (fino a circa 300€ euro mensili di media), il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale, la mancanza del turn-over del personale che a Vicenza anche nelle ultime "ciclopiche" assegnazioni non ha destinato nessun nuovo arrivo a fronte di pensionamenti più che numerosi in questo anno e nei prossimi a venire, ci costringono a denunciare le condizioni di lavoro ormai quasi insostenibili per chi è chiamato a garantire la sicurezza di tutti.
A ciò si aggiungano problematiche vecchie e nuove come la paventata chiusura di numerosi Uffici distaccati e di specialità ( vedasi la Sezione di Polizia Postale di Vicenza impegnata nel contrasto dei reati telematici, con riferimento anche alle innumerevoli indagini contro la pornografia minorile) disposta dal Dipartimento, con un allarmante assenza di strategia sulla sicurezza che prevede uno smodato ricorso a pratiche emergenziali, come sopra accennato.
Per tutto questo, per molto altro e per il silenzio della nostra Amministrazione, abbiamo deciso unanimemente e con effetto immediato, analogamente a quanto sta già avvenendo in tante altre realtá , di non concedere più agli Uffici di Polizia della provincia di Vicenza, tutte le deroghe orarie che sino ad oggi – con sforzi abnormi, proprio in virtù dei particolari turni di servizio cui i poliziotti erano chiamati – hanno reso possibile garantire un sufficiente livello di sicurezza, mascherando i disagi che per questo gli operatori delle Forze dell’ordine erano costretti a subire.
In particolare verranno revocate le deroghe per:
- consentire orari diversi da quelli del contratto di lavoro per i servizi di ordine pubblico, poliziotto di quartiere, ufficio denunce, uffici investigativi e per gli accompagnamenti di stranieri alle frontiere;
- gli accordi relativi alla reperibilità pattizia, ovvero il particolare istituto che per 10 euro giornaliere nette ( cifra irrisoria priva del contributo km per chi si reca sul posto di lavoro), che garantisce la presenza h24 di investigatori di polizia giudiziaria e di polizia scientifica;
− ritiro dei membri in seno alle Commissioni paritetiche provinciali ex art. 26 D.P.R. 395/95 e consultive di disciplina ex art. 15 D.P.R. 737/81.
Siamo ben consapevoli della gravità della decisione che si ripercuoterà inevitabilmente sulla vita dei lavoratori di polizia e sui servizi forniti al cittadino, ma è assolutamente necessario per tentare di poter tornare a garantire livelli di sicurezza adeguati mettendo un freno alla continua mortificazione di un’intera categoria di lavoratori.
Solo così i lavoratori della Polizia di Stato potranno riporre fiducia in chi li rappresenta sindacalmente.
Vicenza, 7 agosto 2014
Il Segretario Generale Provinciale
Stefano Caicchiolo