SALUTE e SICUREZZA

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Sezione: SALUTE e SICUREZZA
03 dicembre 2015

Allarme aumento morti "bianche" in Italia

729 LE VITTIME DA GENNAIO AD OTTOBRE 2015.
 

Desta grande preoccupazione ed allarme l'aumento delle morti "bianche" sul lavoro in Italia che si profila chiaramente dall’elaborazione curata da Vega Engineering di Mestre. Un’analisi che fa emergere un incremento della mortalità del 16 per cento nei primi 10 mesi del 2015 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e che dimostra quanto  indispensabile e non più procrastinabile sia la necessità di un “drastico cambiamento culturale”; un itinerario che deve cominciare dalle istituzioni attraverso forti campagne di sensibilizzazione e maggiori controlli.  

Anche i datori di lavoro devono, però, contribuire comportandosi realmente come buoni padri di famiglia – spiega Mauro Rossato della Vega engineering di Mestre- e non solo perché ciò è richiesto dalla Giurisprudenza: la domanda che ogni giorno si dovrebbero porre è: cosa posso fare per aumentare i livelli di sicurezza e salute dei lavoratori?”.
Questa è la premessa per affrontare una vera e propria piaga nazionale che, nell’ultima mappatura dell’Osservatorio mestrino (sulla base di dati Inail), parla di 729 vittime rilevate in occasione di lavoro da gennaio ad ottobre 2015, vale a dire 101 decessi in più dello scorso anno con un incremento del 16 per cento. Parliamo di 729 famiglie, di cui troppo spesso ci si dimentica.
Una situazione che precipita anche a causa della crisi e che non possiamo delegare ai soli enti di controllo come gli Spisal.
 

Altra fragilità, sul fronte della sicurezza sul lavoro, riguarda le cause promosse in conseguenza di infortuni, con solo il 10% di essi che arriva nelle aule dei tribunali. E’ questa una sottovalutazione pericolosa per un paese che sta registrando allarmanti incrementi di mortalità sul lavoro. 

E' la Lombardia a detenere il triste primato del numero di vittime registrate in occasione di lavoro (108); seguono Campania (73), Toscana (65), Lazio (62), Emilia Romagna (62), Veneto (59), Sicilia (53), Piemonte (52), Puglia (47), Marche (24), Abruzzo (21), Umbria (20), Trentino Alto Adige (17), Calabria e Liguria (14), Sardegna (11), Molise e Friuli Venezia Giulia (10) e Basilicata (9).
A livello provinciale è, invece, Roma a guidare la triste classifica con 37 morti bianche, seguita da: Milano (32), Napoli (28), Bari (23), Brescia (20) e Torino (19).

 

Osservando poi i settori più colpiti dall’emergenza si scopre che quello delle Costruzioni conta ancora il  maggior numero di vittime (sono 98, pari al 13,4 per cento del totale).
Sempre quarantenni e cinquantenni i lavoratori più spesso coinvolti dagli infortuni mortali.
“La spiegazione a questo dato, purtroppo ricorrente nelle nostre indagini – sottolinea sempre  Mauro Rossato – è che spesso la lunga esperienza lavorativa porta ad un abbassamento del livello di attenzione e quindi ad una ridotta percezione del rischio. E questo accade soprattutto nei casi in cui non si è mai stati vittima di alcun infortunio”.
Le donne che hanno perso la vita nei primi 10 mesi dell’anno in occasione di lavoro sono state 36. Gli stranieri deceduti sul lavoro sono 115, pari al 15,7 per cento del totale. 
 

Gli infortuni mortali avvenuti in itinere in Italia da gennaio a ottobre 2015 sono stati 259.  

Vicenza, 3 dicembre 2015 

Adriana Carotti (Dipartimento salute e sicurezza CGIL Vicenza) 

Giampaolo Zanni (Segreteria CGIL Vicenza) 

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