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1) Un dato di fatto: l'adesione allo sciopero ha avuto un esito molto positivo; in decine e decine di aziende la produzione era completamente ferma (anche tra quelle che tradizionalmente non avevano aderito ad altre iniziative di lotta). Anche la quantità e qualità della partecipazione alla manifestazione è stato un segnale per certi versi sorprendente; come dimostra la ventina di pullman organizzati dalle varie zone, oltre a quanti sono arrivati con mezzi propri.
Paradossalmente proprio lo scarsissimo spazio dedicato da alcuni media, ne è direttamente la conferma; ci chiediamo quali potessero essere gli spazi e i commenti in caso di un esito deludente.
2) L'esito delle iniziative ma anche le centinaia di assemblee svolte ci consegnano una precisa valutazione:
Lo schema di Federmeccanica nazionale che intende stravolgere le regole contrattuali e il ruolo del contratto nazionale è una proposta ideologica, calata dall'alto. Prima ancora di rispondere al solito obiettivo di risparmiare quanto più possibile sul costo del lavoro, è semplicemente uno schema, appunto ideologico, che non fa i conti con la realtà delle tante aziende piccole e grandi del nostro territorio, così come del resto d'Italia.
Il messaggio che arriva a Confindustria è questo: per ridefinire le regole contrattuali e il sistema delle relazioni industriali l'unica via efficace è quella di contrattare a livello nazionale col sindacato riconoscendo il punto di vista del lavoro. Non ci sono scorciatoie come quella di prendere in ostaggio il contratto dei metalmeccanici.
3) Ma c'è un punto ancora più importante che le lavoratrici e i lavoratori hanno dimostrato di aver colto con grandissima lucidità. Le proposte avanzate da Federmeccanica rivelano un'impostazione che ha come obiettivo quello di frammentare e dividere i lavoratori e di indebolire la loro possibilità di contrattazione e tutela collettiva (basti pensare ad un aumento economico che andrebbe solo al 5% dei lavoratori). Un modo illusorio e fallimentare di cercare competitività.
Al contrario le proposte di merito di Fim Fiom Uilm hanno invece il segno di riunificare e ricomporre, attraverso il contratto, le tante frammentazioni e solitudini che la crisi, i contratti precari e gli interventi di deregolamentazione delle leggi, hanno creato in questi anni. Questa dimensione collettiva e contrattuale è l'unica risposta possibile alle sfide della competitività e alle prospettive per i lavoratori e le imprese. Un'impostazione sindacale che si è concretamente evidenziata anche nello sciopero unitario, oltre che nella trattativa unitaria finora svolta. Una scelta che si è subito messa in sintonia col pensiero delle lavoratrici e lavoratori.
Per queste ragioni, oltre a ringraziare tutte le lavoratrici e lavoratori che hanno aderito allo sciopero e i delegati di Fim Fiom Uilm, chiediamo a Confindustria di Vicenza di farsi parte attiva presso i propri rappresentanti nazionali per aprire un confronto vero e giungere quanto prima al rinnovo del contratto, sapendo che comunque i lavoratori vicentini sapranno ancora essere protagonisti per raggiungere questo obiettivo.
Segretari Generali
FIM FIOM UILM Vicenza