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Sezione: VICENZA
18 luglio 2008

DAL MOLIN, IPAB, AIM, FIERA, CCIAA, ZONA INDUSTRIALE: BENI COMUNI DA PRESERVARE - SE NE PARLA IN CONSIGLIO DI ZONA - L'INTERVENTO DI MARINA BERGAMIN

Il Consiglio di zona di Vicenza della Cgil, si cimenta - ma non è la prima volta - a mettere a fuoco l'importanza di preservare per le generazioni presenti e per le future dei beni preziosi, fondamentali per il buon vivere della società vicentina.
Oggi, l'Ingegner Vivian, ormai profondo conoscitore del problema Dal Molin, ha illustrato a funzionari e delegati sindacali della Cgil, i più recenti studi in merito all'impatto ambientale drammatico che avrebbe la base su una larghissima parte della città, ai costi pluriennali di cui essa dovrebbe farsi carico, alle alternative possibili, di pace, di sviluppo armonico a favore dell'intera collettività vicentina.
Con ciò, la Cgil, vuole già "scaldare i motori", rispetto a quando - presumibilmente ad ottobre - si andrà al referendum: bisogna innanzitutto invitare la gente a prendere la parola, ad esprimersi, a raggiungere il quorum. E poi bisogna fare un porta a porta con le ragioni del No al Dal Molin. Neanche per un momento la Cgil vicentina si è ricreduta rispetto al suo No iniziale.
Ma il bene comune è anche un'azienda centenaria e pubblica di Vicenza: l'Aim, azienda multiservizi di Vicenza specializzata nell'erogazione dei servizi essenziali per la collettività come luce, acqua, gas, trasporti, raccolta rifiuti? Per anni essa è stata banchetto di politiche spartitorie dell'amministrazione comunale di centro destra, ha moltiplicato consigli di amministrazione e parcelle e oggi si presenta stremata ad affrontare la grande competizione che purtroppo si sta aprendo sui servizi pubblici locali. La voce dei lavoratori e degli utenti deve alzarsi forte e chiara: questa società deve rimanere pubblica, la sua gestione deve tornare trasparente, il suo management deve avere alta competenza, strategie, qualità del servizio e tariffe devono essere controllate a vista.
Infine Ipab (case di riposo e servizi agli anziani), altro bubbone che si trova ad affrontare la Giunta Variati. Anche qui la Cgil dice: questo ente importante per la città resti pubblico, si eviti la trasformazione in Fondazione che una prossima Legge regionale potrebbe rendere possibile, ma, contemporaneamente, migliori le sue prestazioni, richiami l'utenza in virtù della qualità del servizio prestato e della professionalità dei suoi operatori (oltre 600), faccia un uso oculato dei suoi tanti patrimoni.
Un servizio pubblico si può cedere, e stop. Ma si può anche corrodere dal di dentro: quando un servizio è scadente è gioco forza pensare che altrove è meglio, che il privato è meglio, e che i lavoratori non pubblici sono meno "fannulloni". Nulla di più falso. Abbiamo almeno tre occasioni per dimostrarlo.

Marina Bergamin
Segretaria generale Cgil Vicenza

Vicenza, 13 luglio 2008.

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